Shamur: il filo prende forma… ed anche anima!

Sono ormai mesi che intervistiamo i protagonisti torinesi del mondo artigianale e continuiamo a stupirci. E’ il bello di questo lavoro perché ci porta a scoprire non solo mestieri che si cerca di difendere e riportare alla ribalta ma soprattutto vite ‘a strati’ vien da dire, dove resta un punto fermo: la passione per la creatività che ha pervaso quelle esistenze e mai le ha abbandonate resistendo a un gran turbinio di esperienze ed emozioni. Quando incontriamo Maurizia Cabbia nel suo laboratorio /show room /abitazione mi viene da pensare a questo e mi faccio travolgere dal suo mondo. Mi viene in mente per metafora, una ricetta di cucina ricca di ingredienti tutti essenziali: studi (diploma di Magistrale e laurea in Architettura); Viaggi (in India molte volte e poi a Cuba per la tesi di laurea); la passione per i cani (Sasha il pastore tedesco compagno di una vita ed ora l’irruente Athena); i capi fatti a mano con la nonna per vestire le Barbie; la progettualità nell’ambito della moda presso alcune aziende e negozi torinesi di fama. E poi quasi per caso, per una mancanza che diventa valore aggiunto, l’approdo alla maglieria. Gli ingredienti principali ci sono tutti a parte quelli umani, le sofferenze e le gioie che a nessuna vita mancano ma che in quella di Maurizia per il lavoro artigianale che si è scelta, entrano ed escono.

Per tutti gli artigiani funziona così essendo il lavoro passione e quindi vita. Senza alcun confine. Ma torniamo a lei e alla sua ricetta. Per raggiungere un buon “piatto” suggeriamo accoppiamenti ben mixati: apertura umanistica e precisione per il dettaglio da brava designer architetta; Il mondo magico e colorato indiano, introspettivo e tutta l’espansività solare cubana; la formazione graduale nella moda con anche presenze prestigiose in eventi ed esposizioni cui si aggiunge la scoperta che i filati naturali biellesi sono l’ideale per ‘architettare’ collezioni in proprio. “ Sì – ci dice – due all’anno dove c’è l’essenziale (dal cardigan al pantalone tuta, dal gilet alla camicia maglia, dal gonnellone crochet alla t shirt in colori naturali, linee pulite, dettagli raffinatissimi)”. Chi trasforma il progetto di Maurizia in capo? Le maglieriste di una volta con cui collabora fedelmente e che lavorano con macchine artigianali, quelle di una volta. Su questo Maurizia non transige, le fa piacere poter recuperare mestieri antichi. Con loro ci si confronta, si cambia, si realizzano capi ‘su misura’ e soprattutto si recupera. “Si – ci racconta- io sostengo da sempre ed ora più che mai l’utilizzo di filati già presenti e quasi dimenticati ‘in casa’ per realizzare capi nuovi ma soprattutto l’upcycling, ovvero la trasformazione e rigenerazione di capi già usati per ridare loro nuova vita. Oggi lavoro tanto con questa attitudine che viene apprezzata. Forse anche le ultime difficoltà ci hanno insegnato a sprecare meno e valorizzare ciò che abbiamo offrendo nuove forme”. La ricetta è compiuta.

Manca il nome: “Shamur si chiama il mio brand che vendo anche on line che suona dolce e positivo, quasi un eco che viene da terre lontane ma è l’acronimo di Sasha il mio amato pastore e Maurizia il mio nome. Quando l’ho pensato non lo sapevo ma in ebraico significa “conservato”. Niente accade per caso”. Cosa vedi nel tuo futuro? “Di conservare l’equilibrio e la serenità conquistata dopo tante tempeste. Oggi so chi sono e mi basta continuare su questa strada che sento proprio la mia”. E tutti potremo apprezzare i capi Shamur la prossima settimana presso l’Evento a Villa Sassi Flairy Market il 15/16/17 giugno dove anche noi saremo presenti come reporter per tenervi aggiornati in tempo reale.

SHAMUR TORINO
Tel. 335315844
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